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Tag: economia

Tre maestri

Tre maestri

In una classe di scuola elementare, con bambini di diverse estrazioni sociali, per tre giorni si alternano tre diversi maestri: un comunista, un liberista e un liberalsocialista.

Il maestro comunista

Il primo giorno, quando è ora della merenda, i bambini tirano fuori ciascuno la propria. I bambini ricchi hanno merende confezionate o di pasticceria, quelli meno ricchi la focaccia del panettiere o preparata in casa dai genitori, purtroppo poi qualche bambino non ha niente.
Il maestro comunista, notando questa sperequazione, interviene. Sequestra tutte le merende, le divide in parti uguali e identiche e le ridistribuisce ai bambini.
Qual è il risultato? Tutti i bambini hanno la stessa identica merenda, uguale per tutti. Ma in realtà pochi sono contenti, la maggior parte è triste perché comunque non ha quello che voleva o che gli piaceva. Al punto che anche alcuni bambini meno ricchi si sono ritrovati magari con una quantità maggiore di cibo, ma non del loro gusto. I bambini poveri, che non avevano niente, così almeno hanno qualcosa da mangiare. Chi aveva molto ora ha meno. Questa è l’uguaglianza paritaria.

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È una questione di equilibrio, ma sbagliato

È una questione di equilibrio, ma sbagliato

John Nash è stato un matematico geniale che con le sue intuizioni ha rivoluzionato molti campi, dall’economia alla relazioni internazionali.

La sua principale scoperta, che porta il suo nome, è oggi purtroppo insegnata solo in alcuni corsi universitari di economia e matematica, mentre penso che andrebbe inserita nei programmi di scuola almeno dalle medie, come il teorema di Pitagora. La teoria dei giochi -con le sue applicazioni- consente di descrivere e analizzare moltissime situazioni nella vita reale, e la comprensione dei suoi meccanismi ci consentirebbe di compiere scelte migliori e di vivere meglio. Sbagliare i congiuntivi è sempre fastidioso, ma comprendere il ‘dilemma del prigioniero’ ci consentirebbe di ridurre la conflittualità sociale e darebbe alle persone la possibilità di decidere consapevolmente.

Il traffico

La vignetta di apertura è di facile comprensione: probabilmente una volta nella vita tutti ci siamo trovati in questa situazione. In questa vignetta c’è la scoperta di John Nash che ha contribuito a fargli vincere il Nobel per l’economia. Tutto qui? Be’ sì, è un po’ come l’uovo di Colombo, è facile quando lo spiega, ma nessuno ci è arrivato prima…

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La crisi COVID-19 e la Milano che sarà

La crisi COVID-19 e la Milano che sarà

In meno di un mese la pandemia di COVID-19 ha cambiato il mondo e ci sta costringendo ad affrontare, nel complesso, forse la crisi più difficile dal 1945.
La nostra dinamica città, quella che aveva reagito orgogliosamente con #milanononsiferma, si è presto resa conto di aver sbagliato piombando in un silenzio irreale, aspettando, paralizzata e con ansia, che quell’orgoglio non si fosse tramutato in contagi e poi decessi. In questa soleggiata primavera, in cui la quiete è interrotta solo dalle angoscianti sirene delle autoambulanze, chiusi in casa noi dobbiamo iniziare a guardare al futuro. Cominciando dal presente, da quello che stiamo vivendo ora.

I MEZZI PUBBLICI
Siamo realisti: la prima cosa a cui dobbiamo pensare è che l’uso dei mezzi pubblici subirà un grosso contraccolpo per questa pandemia. Perché? Perché quando lentamente torneremo ad uscire di casa nei prossimi mesi, il virus sarà ancora una minaccia fino quando non verrà trovato un vaccino o una cura. E’ comprensibile che i luoghi affollati ci faranno paura. Molti saranno ancora vietati o con regole molto stringenti. E uno di questi luoghi sono i mezzi pubblici. In questi giorni come Genitori Antismog abbiamo criticato ATM, come prima avevamo fatto con Trenord, per la riduzione delle corse che portava ad aumentare l’affollamento, e citavamo l’esempio del metrò di Copenaghen che invece aveva incrementato le corse per garantire un maggior distanziamento fisico fra le persone.
Leggiamo invece che ATM sta predisponendo un piano per il “dopo” [1] che consiste nel contingentare gli accessi in modo da evitare l’affollamento. Ma contingentare non basta: dobbiamo metterci nell’idea che ATM e Trenord dovranno aumentare la frequenza delle corse anche a fronte di un calo di passeggeri, proprio per evitare che i passeggeri siano costretti a contatti ravvicinati. E questo vorrà dire un aumento dei costi di esercizio, e sappiamo bene cosa voglia dire, avendo noi difeso la revisione tariffaria di ATM del 2019: la Regione e lo Stato dovranno ripristinare i trasferimenti a sostegno del trasporto pubblico che hanno tagliato negli anni [2].

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